Rassegna stampa "Noi 4", recensioni da stampa e web sul nuovo film di Francesco Bruni (regista di "Scialla", interessante e sua premiata opera prima) con Fabrizio Gifuni e Ksenia Rappoport...
Commedia - Italia 2014 - Di Francesco Bruni con Fabrizio Gifuni, Ksenia Rappoport
In
una giornata di giugno, in una Roma afosa, assediata dal traffico
metropolitano, i quattro membri di una famiglia si cercano e si
incrociano a coppie sempre diverse in vari punti del centro di Roma. Si
ritrovano finalmente in una fuga dalla città tutti insieme, per un bagno
al tramonto. Un breve, magico interludio che li riporta ad essere per
un giorno quello che erano e malgrado tutto sono ancora: una famiglia.
Ottimo sceneggiatore e sodale fisso di Virzì, Francesco Bruni alla seconda regia non sempre ritrova la spontanea freschezza di Scialla! Probabilmente per via dell’imbastitura più complessa, Noi 4 si rivela a tratti troppo programmatico nell'impianto, ma ciò detto è un film di sicuro interesse.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Una commedia che per non salire in cattedra, resta generica e sommaria (…) All'affollamento di temi (…) non corrispondono scelte di racconto precise, né uno sguardo abbastanza affabile, arguto, penetrante o inventivo sulle post-famiglie in cui viviamo. Così si sciupa l’occasione, per calcolo o timidezza, Succede. Aspettiamo fiduciosi la prossima volta.
Fabio Ferzetti su Il Messaggero
Bruni, lo sapete tutti, è un bravissimo sceneggiatore (…) E’ un maestro della struttura, della sceneggiatura "tonda" e ferrea (…) crediamo che Bruni volesse girare un film "aperto", con una libertà narrativa alla Rossellini; ma soprattutto nel finale la sceneggiatura lo richiama all'ordine e tira le fila di tutti i personaggi, con una simmetria molto "scritta" e lontana dalla vita reale.
Alberto Crespi su L'Unità
Dopo Scialla, Bruni continua, molto bene, a smontare la commedia famigliare italiana.
Maurizio Acerbi su il Giornale
Di questo film in cui il quinto personaggio è una Roma afflitta dai rumori del traffico, ci è rimasta impressa anche la struttura caleidoscopica, il minuetto che ballano i protagonisti, che si ritrovano a due a due e si riuniscono solo dopo aver formato tutte e sei le combinazioni possibili. Da esperto di scrittura, Bruni sta bene attento condensare i loro incontri in una sola giornata e a esplorare ogni volta un sentimento diverso. Allo stesso modo, evita la pesantezza del giudizio di un narratore onniscente, facendo proprio il punto di vista del personaggio più giovane e perciò più puro del gruppo: il tredicenne Giacomo.
Carola Proto su comingsoon.it
La famiglia spaccata di Bruni va a poco a poco a riconciliarsi in un finale sicuramente troppo lungo, poco importa, perché arrivati a quel momento lo spettatore rimane al fianco del regista e dei protagonisti, ormai emotivamente attaccato a loro. Merito di un cast in parte nel quale troviamo Fabrizio Gifuni nel ruolo di padre perdigiorno, una specie di Drugo Lebowsky con meno ritegno. Un personaggio imbarazzante che l'attore abbraccia in pieno, offrendo forse la performance più sorprendente della sua carriera.
Pierpaolo Festa su film.it
Il difetto più ricorrente, ma non così presente da essere grave, è la ridondanza: sarebbe stato sufficiente ammettere qualche dialogo che nulla aggiunge alla situazione, e anzi la depotenzia perché superfluo; non dimenticarsi di qualche particolare rivelatore, o non nasconderne le conseguenze, che fanno assomigliare questa commedia a qualcosa di troppo conservatore rispetto a cosa avrebbe potuto o desiderato essere.
P.Ottomano su cinema4stelle.it
Una buona sceneggiatura perde vigore per una recitazione non sempre fluida
e per qualche lentezza e ripetitività di troppo, ma nel panorama
attuale delle commedie il film di Francesco Bruni merita comunque
attenzione. La dinamicità e la freschezza di "Scialla!" lasciano il
posto a una commedia più riflessiva, che si concentra sulle dinamiche
(un po' forzate nonostante seguano schemi classici) di una famiglia
divisa.
Gianluca Almonte su cinemadelsilenzio.it Tra consegne e inseguimenti, ritardi (quello dell'esame e quello del ciclo di Emma...), incroci e saluti, Noi 4 non cede mai alle lusinghe di volgarità gratuite o battute facili, ma al tempo stesso fatica a liberarsi dal concetto di "operazione" che ne regola l'andamento, dettato da un traguardo facilmente riassumibile: ci si può anche allontanare, ma solo quando siamo tutti insieme, noi 4, riusciamo - magari per un attimo - ad accantonare ansie e criticità. Bello, ma al cinema, purtroppo, non basta.
Valerio Sammarco su cinematografo.it
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