Rassegna stampa "Tir", recensioni da stampa e web sul docu-film, a metà tra finzione e documentario, on the road sulla crisi di Alberto Fasulo vincitore del Festival di Roma 2013.
TIR
Drammatico, Documentario - Italia 2013 - Di Alberto Fasulo con Branko Završan
Da qualche mese Branko, un ex insegnante di Rijeka, è diventato
camionista per un'azienda di trasporti italiana. Adesso guadagna tre
volte tanto rispetto al suo stipendio d'insegnante di prima. Eppure
tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da
piccoli ci dicevano: "il lavoro nobilita l'uomo". Ma qui sembra
diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua
ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più
alienante, assurdo, schiavizzante.
Monotono. E vero, d'accordo. Vera la percezione di un'Europa unita ma al suo interno divisa da insanabili disuguaglianze.
Vero il personaggio di Branko, mite e umano. Ma non convince la tendenza a considerare con pari dignità e rilievo doc e fiction.
Paolo D'Agostini su La Repubblica
Un film documentario su di un attore che per interpretare la parte di un
camionista prende la patente e gira l’’Europa per quattro mesi oppure
un film di finzione che usa il linguaggio del cinema del reale per
raccontare l’intimità di un camionista? (…) Fasulo dunque si mette a
cavallo, veleggia fra reale e finzione, come fossero questi caselli
ideali a cui puntare per superarli in un continuo sperimentare il limite
e il suo superamento (…) Il Tir è un’astronave che viaggia a due metri
da terra e da lì tutto sembra diverso.
Dario Zonta su L'Unità
Uscirete di casa per andare a vedere un camionista che si lava (a lungo)
le ascelle e (più sommariamente) i piedi? (…) Eppure un filmino così ha
vinto l’ultimo Festival di Roma. Chissà gli altri.
TIR apre uno sguardo di verità sugli abitanti stanchi delle nosre autostrade e dimostra come i confini fra documentario e finzione abbiano sempre meno senso. In un momento in cui il cinema mainstream è sempre più alla ricerca di storie vere per renderle finte, il cinema del reale diventa sempre più importante.
Mauro Donzelli su comingsoon.it
Il difetto che possiamo trovare a questo film è che forse procede un po' troppo a rilento.
Certo, è una scelta precisa di Fasulo, ma dopo un'ora sarebbe stato
lecito aspettarsi una qualche accelerazione o, per lo meno, un
ampliamento del discorso. Invece, Tir finisce esattamente come è
iniziato, sulla strada, con lo sguardo di un uomo perso nel nulla
asfaltato.
Marco Triolo su film.it
Ultima contaminazione tra documentario e fiction: una finzione privata di qualsiasi progressione narrativa e girata in "stile documentaristico". Intellettualmente interessante, letale sotto ogni altro aspetto.
Flavia D'Angelo su cinemadelsilenzio.it
Lungi dall’esaurirsi nel racconto di una professione il “documentario”
intercetta l’alienazione 2.0 del lavoro oggi: a distanza dagli affetti,
ma fatto proprio per sfamare quegli affetti. Qui Fasula gioca il
carico, e non bleffa: un TIR chiamato desiderio di indagine antropologica. Con le ruote un po’ sgonfie, ma da casello a casello scorre la vita. Agra.
Federico Pontiggia su cinematografo.it
Alla ottava edizone del Festival Internazionale del Film di Roma il docu-fiction TIR
di Alberto Fasulo, Tir, vince il Marc’Aurelio d’Oro. Una storia che
parla di solitudine e alienazione con un linguaggio estremamente diretto
e piuttosto funzionale. Molto probabilmente non il migliore dei film
al festival, ma senza dubbio uno dei più ‘a fuoco’.
Elena Pedotto su everyeye.it
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