Rassegna stampa "Yves Saint Laurent", recensioni da stampa e web

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Rassegna stampa "Yves Saint Laurent", recensioni da stampa e web del biopic dedicato alla carriera e alla vita sentimentale dello stilista francese.


YVES SAINT LAURENT
Biografico - Francia 2014 - Di Jalil Lespert con Pierre Niney - Guillaume Gallienne
A soli 21 anni, Yves Saint Laurent (Pierre Niney) è chiamato a dirigere la grande casa di moda fondata da Christian Dior, da poco scomparso. Da quel momento tutti gli occhi e riflettori sono puntati su di lui: il mondo della moda è impaziente di scoprire il talento del giovane e promettente stilista. Durante la presentazione della sua prima collezione Yves conosce Pierre Bergé (Guillaume Gallienne) che da quel momento diventerà suo compagno di vita e di affari. 


Ora, senza pretendere un Quarto poteresu YSL, si sperava in qualcosa di più che un resoconto del perfezionismo depressivo, dei tormenti sentimentali e delle dipendenze del grande sarto. Però questo è quanto Jalil Lespert ci dà, cedendo il punto di vista al personaggio del narratore Bergé (Guillaume Gallienne, appenavistoin Tutto sua madre) fino a rinunciare ad averne uno proprio. Giocato sull'estetizzazione degli abiti e dei corpi, il film si risolve in un catalogo di tableaux vivants senza vero interesse. 
Roberto Nepoti su La Repubblica

Elegante e barbosa commedia biografica che ripercorre le carriere di un talento dell'alta moda.(…) Le sfilate si alternano ai bisticci e agli isterismi, fra continui baci sulla bocca, di Yves Saint Laurent e del suo compagno&socio Pierre Bergé. Creatori di abiti, ammirati nel mondo, che una sana di mente non metterebbe neanche a Carnevale.
Massimo Bertarelli su Il Giornale

La debolezza è nel fatto che la sceneggiatura per quanto calibrata si mantiene un poco a distanza dai personaggi, senza dare un vero affondo drammaturgico. Ma i tanti mutamenti di cornici e d'epoca – dall'Algeria natia alla Parigi Anni ’50 - sono felicemente rispecchiati dal regista Jalil Lespert; eccellenti gli interpreti entrambi della Comedie Francaise: Pierre Niney è un Saint Laurent introverso, illuminato da lampi di gaiezza; il Guillaume Guillen di Tutto sua madre conferisce a Bergé grinta di manager e materna amorevolezza. 
Alessandra Levantesi su La Stampa

Nato a Orano nel 1936, a 21 anni Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent (Pierre Niney) già dirige la maison Dior. Fra successi e depressioni - è l'epoca della guerra in Algeria - il giovanotto arriva presto ad aprire una propria casa d'alta moda. Raccontato dalla voce fuori campo del compagno e manager dello stilista Pierre Bergé (Guillaume Gallienne, molto bravo). Girato senza preoccupazioni agiografiche.
Roberto Escobar su L'Espresso 


Jalil Lespert si inserisce con questo film nell'ambito del film biografico stando attento a non eccedere nella beatificazione del protagonista ed evitando anche di cadere nel gossip per immagini. Sono due rischi che chi decide di affrontare una personalità complessa come quella di Yves Mathieu Saint Laurent non può sottovalutare.Il film non ci propone solo il progredire della creatività di un artista in continua ed obbligata evoluzione (a un certo punto gli verrà fatto rilevare che è felice solo due volte l'anno: in primavera e in autunno quando presenta le nuove collezioni) ma va oltre. Ce lo contestualizza..
Giancarlo Zappoli su mymovies.it

Il limite dell’onesto affresco di Jaspert è quello di non far risaltare in pieno la peculiarità di YSL, il protagonista sarebbe potuto essere un musicista o uno scrittore e sarebbe cambiato poco. La sensazione è più quella di un prodotto di ampio consumo che di un abito firmato.
Mauro Donzelli su comingsoon.it

Tutto senza particolare nerbo e con un finale che non sembra regalare alle vite di Pierre e Yves il senso passionale, intellettuale e artistico che avremmo voluto. Gli attori sono però superbi e grazie a loro si sostiene tranquillamente la visione. Ma sotto il vestito… non molto. Quasi niente.
Francesco Alò su 35mm.it

Pubblico e privato sono intrecciati indissolubilmente nel film di Lespert che pone l’accento sulla figura di Pierre Bergé e sul punto massimo di tensione della coppia che viene raggiunto nel 1976, anno in cui si ferma il racconto. Se l’opera può dirsi riuscita, il merito va ai due straordinari protagonisti. Il venticinquenne talento del cinema francese Pierre Niney (che abbiamo visto lo scorso anno nella commedia 20 anni di meno) che si è impossessato a fondo del personaggio di Yves Sain Laurent nei movimenti, nel modo di camminare, nelle espressioni del volto, e il più maturo Guillaume Gallienne (reduce dal successo di Tutto sua madre, campione di incassi in Francia, vincitore di cinque premi César) capace di eccellere nell’arduo compito di rendere verosimile l’intensità di un rapporto speciale concentrandosi su un uomo che non era un’icona da imitare.
Elena Bartoni su voto10.it

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