Rassegna stampa "I Fratelli Karamazov", recensioni da stampa e web di un film che è teatro nel teatro. Le prove di un gruppo di attori per mettere in scena l'opera di Dostoevskij all'interno di un'acciaieria dove avviene una tragedia per gli operai...
I FRATELLI KARAMAZOV
Drammatico, Teatro, Dostoevskij - Rep Ceca 2008 - Di Petr Zelenka
In un’acciaieria abbandonata attori di un teatro di Praga sono giunti per
provare uno spettacolo che si terrà il giorno successivo. Alcuni operai
sono ancora al lavoro, le uniche creature viventi rimaste. In un primo
momento prestano poca attenzione agli attori, preoccupati per una
tragedia accaduta il giorno prima. Per tutto il tempo il mondo reale degli operai rimane ai margini della
performance, finché gli echi della tragedia che stanno vivendo risuonano
all’interno della rappresentazione…
Sarebbe un grosso errore dare per scontata un'opera di questa
portata, che data 2008 ma il cui recupero da parte di Distribuzione
Indipendente appare quanto mai opportuno. Diretto da Peter Zelenka con
gli attori che lo hanno interpretato per lunghi anni sulla scena, il
film è un oggetto scenico affascinante, che alterna celebri brani del
capolavoro letterario con un'avanguardistica pratica dello
"straniamento".
Roberto Nepoti su La Repubblica
Trasposizione contemporanea di uno dei grandi classici della
letteratura: "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij che per noi, in
Italia, significa soprattutto, l'impareggiabile sceneggiato Rai di
Sandro Bolchi del '69. Operazione rischiosa che il regista ceco Petr
Zelenka (acclamato in patria per le sue regie teatrali e candidato
all'Oscar nel 2008 con questo film), tenta di superare trasferendo
l'azione in un presente post industriale, dove le lotte operaie di
Solidarnosc echeggiano ancora in una fabbrica semi deserta.
Gabriella Gallozzi su L'Unità
Realtà e finzione si accavallano senza tregua, ma anche Dostoevskij sverrebbe per la noia.
Massimo Bertarelli su Il Giornale
Non è certo da poco la messa in scena decontestualizzata del testo di
Dostoevskij, nè è priva di interessa la trama che prende gli attori tra
eredità post-sovietica, snobberia artistica e incredulità di fronte
all'accadere della vita vera, eppure il loro mescolarsi non genera mai
nulla di superiore alla somma delle due parti. In qualche momento,
quando l'operaio guarda la recita, sembra anche di intuire quel che I fratelli Karamazov di Petr Zelenka poteva essere e non è, ma sono solo momenti.
Gabriele Niola su mymovies.it
Gli attori
entrano ed escono dal personaggio teatrale a quello filmico in un gioco
continuo che mantiene alta l’attenzione dello spettatore. Una
meta-storia in cui l’operaio polacco sembra poco alla volta fondersi con
il dramma scenico sino a somigliare ad uno dei personaggi della tragedia. Il regista riesce a creare un film potente ed energico, sicuramente aiutato dalle ottime interpretazioni degli attori.
Cinzia Zagato su persinsala.it
Per chi ha amato "Vanya sulla 42esima strada" è imperdibile, ma sarebbe
bene lo fosse per chiunque: Zelenka rende semplice un film difficile,
muovendosi costantemente in spazi inusuali senza mai ripetersi. Non si
tratta semplicemente di portare la letteratura o il teatro al cinema, ma
di dar vita a una suggestiva ed equilibrata unione. Nota di merito
anche per un cast in sintonia, capace di recitare ed interpretare allo
stesso tempo.
Glauco Almonte su cinemadelsilenzio.it
La maestria del regista è quella di alleviare il contenuto dell’opera
attraverso battute secche, memorabili, divertenti, veloci mai volgari. I
momenti leggeri assolutamente non frivoli sono legati quelli in cui lo
spettatore si pone domande sul dovere, sul dubbio, sulla ragione, il
libero arbitrio, la fede, la famiglia. Il film la dice lunga sul
rapporto “odio-amore” del regista con gli attori, paragonati a dei
bambini sfuggenti, creature baciate da Dio. E a proposito di Dio è
innegabile come, intrattenimento e temi tragicomici a parte, il tema
della fede e del divino pregni il film.
Massimiliano Romualdi su filmforlife.org
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