In Nomine Satan / Recensioni stampa e web dell'horror satanico made in Italy

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Rassegna stampa "In Nomine Satan", recensioni da stampa e web dell'horror satanico tutto italiano che prende spunto da fatti di cronaca intorno alle "Bestie di Satana"...



IN NOMINE SATAN
Horror - Italia 2012 - Di Emanuele Cerman con Stefano Calvagna, Federico Palmieri
Serra e Tonna, due agenti in borghese dell'antidroga, si imbattono in Antonio ed Elena, due ragazzi sotto shock e in preda a un mix di alcol e sostanze stupefacenti. Dopo essere stati portati in ospedale, in preda al delirio i due confessano di essere i responsabili del brutale omicidio della loro amica Angelica. Dalle loro parole, prendono piede le indagini degli agenti Pozzo e Zeno, alle prese con la scomoda realtà delle sette sataniche e di un mondo a loro sconosciuto.


Lo schema narrativo è quello di una storia di detection, che alterna i piani passato-presente con incursioni nell'onirico. La modalità della messa in scena, invece, adotta un'impronta documentaristica, con frequenti riprese a mano realizzate mediante telecamera ad alta definizione. C'è anche un tentativo di digressione sociologica affidata a Matteo, il leader carismatico della setta. Il film, però, soffre di un'evidente difficoltà a creare e mantenere la suspence, smarrendosi in una quantità eccessiva di parole e – ancor più – affidando i personaggi ad attori poco esperti. 
Roberto Nepoti su La Repubblica

Qui di diabolico c’è solo la recitazione dei due procuratori mentre regia e montaggio di Cerman rendono almeno tollerabile la visione.
Francesco Alò su Il Messaggero

Non c’è nulla di inventato. Il film si ispira, infatti, alla storia vera delle Bestie di Satana, ripercorrendone fatti e contesto sociale. Regia e recitazione fin troppo genuine.
Maurizio Acerbi su Il Giornale 


Il film dovrebbe essere un'indagine alla radice del male che contamina la società, che si spande negli animi e che permea ogni strato e ogni istituzione, condotta a metà tra realismo senza pietà (spesso con camera a mano) e una dimensione tra il flashback e l'onirico. Purtroppo però non è solo la recitazione molto stentata da parte di quasi tutto il cast o le scene prive di personalità in ambienti privi di personalità (fa eccezione la zona abbandonata in cui bazzicano le bestie di Satana) ma soprattutto l'impianto narrativo generale ad arrancare e levare continuamente plausibilità anche ai momenti più scontati.
Gabriele Niola su mymovies.it

Qualunque sia la tesi, lo svolgimento è più delirante che conturbante, modesto di mezzi (il digitale è ai suoi minimi) e d’inventiva, difettoso soprattutto negli interpreti, la cui recitazione dilettantesca inibisce qualsiasi tentativo d’empatia.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

Fin da subito è chiaro che il taglio voluto dare da Cerman alla pellicola non è quello di un vero e proprio horror o thriller, ma di un film drammatico con tutte le caratteristiche del caso, a tratti più vicino ad un poliziesco che a qualsiasi altro film di paura. Purtroppo però In nomine Satan paga proprio questo essere in bilico tra diversi generi, cercando in tutti i modi di coinvolgere lo spettatore, ma allo stesso tempo avvicinarsi con rispetto ad una questione delicata. 
Il problema principale della pellicola, poi, sta nel ritmo e in un montaggio che non riesce a nascondere i difetti della prosa e a coinvolgere in maniera continua lo spettatore.
Sara Prian su voto10.it

Recitazione non sempre convincente,  ritmo incerto (dovuto probabilmente anche ai molti ritocchi del montaggio). Primo lungometraggio che ha avuto il coraggio di affrontare il discusso caso delle Bestie di Satana, quindi, prima di soffermarci sui difetti di natura tecnico-cinematografica, sarebbe il caso di prestare particolarmente attenzione a ciò che racconta.
Francesco Lomuscio su everyeye.it

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