Piccola Patria: recensioni stampa e web. Italia dark, profondo nordest

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Rassegna stampa "Piccola Patria", recensioni da stampa e web del film, opera prima, di Alessandro Rossetto che ci immerge in un'Italia nera e senza valori...


PICCOLA PATRIA
Drammatico - Italia 2013 - Di Alessandro Rossetto con M.Roveran, R. Da Soller
Due ragazze, un’estate calda e soffocante, il desiderio di andare via da un piccolo paese di provincia. Luisa è piena di vita, disinibita, trasgressiva; Renata è oscura, arrabbiata, bisognosa d’amore. Le vite delle due giovani raccontano la storia di un ricatto, di un amore tradito, di una violenza subita: Luisa usa Bilal, il suo fidanzato albanese, Renata usa il corpo di Luisa per muovere i fili della propria vendetta. Entrambe vogliono lasciare la piccola comunità che le ha cresciute, tra feste di paese e raduni indipendentisti, famiglie sfinite e nuove generazioni di migranti presi di mira da chi si sente sempre minacciato. 


È spaventosa l'immagine che, al primo "lungo", Alessandro Rossetto ci presenta di un paesino del Nordest, spesso visto con riprese aeree nella sua desolante piattezza, tutto strade e non-luoghi: un grande albergo, centri commerciali come cattedrali nel deserto. Però il paesaggio umano è anche peggiore..Usando la tecnica dell' "improvising fiction", per lasciare spazio all'improvvisazione, Rossetto realizza un film credibile e (consapevolmente) ansiogeno, che non fa sconti a nessuno.
Roberto Nepoti su La Repubblica

Con i venti secessionisti che di nuovo spirano in Padania, cade a proposito Piccola patria, affresco di una provincia veneta profonda in bilico fra orrori e contraddizioni...Di esperienza documentarista, Rossetto esordisce nella fiction intrecciando frammenti di storie in una chiave fenomelogica/antropologico a lui congeniale: ogni tanto il film si fa troppo ondivago e ricercato, ma più spesso a prevalere è lo sguardo forte, incisivo di un cineasta che sa il fatto suo.
Alessandra Levantesi su La Stampa

Le digressioni documentarie sembrano qua e là rallentare la trama, ma è vero il contrario: senza il mondo che Rossetto vuole farci conoscere, la trama non c'è.
Alberto Crespi su L'Unità 


Un grande esordio, essenziale e rigoroso, seppur basato su una sceneggiatura scarna. il reale e la finzione si mescolano, dove l'apertura al mondo e l'iperattività di Luisa (l'attrice e cantante Maria Roveran, anche autrice e interprete di due brani della colonna sonora del film) si scontrano con la rassegnazione e l'inerzia degli adulti (non a caso il padre della ragazza sembra immobile anche quando cammina), creando un conflitto che non è più, non solo, quello tra autoctoni e stranieri, ma tra più mondi. Una superba direzione degli attori e scandito anche da una notevole colonna sonora a cura di Paolo Segat.
Valerio Sammarco su cinematografo.it

Sceneggiato da Caterina Serra (Napoli piazza Municipio) e Maurizio Braucci (Gomorra) insieme allo stesso regista, si tratta del primo lungometraggio di finzione diretto dal documentarista padovano Alessandro Rossetto. Lungometraggio di finzione immerso in una squallida realtà sociale odierna che, però, sembra voler mantenere, comunque, lo stile realistico dei documentari. Scelta tutt’altro che sbagliata, considerando la tipologia di vicenda raccontata, che avrebbe necessitato soltanto di essere portata sullo schermo tramite un più breve minutaggio.
Francesco Lomuscio su everyeye.it

Crivellato di notazioni sardoniche, a partire dal titolo, Piccola patria, perfetta incarnazione dello spirito del tempo della crisi, rappresentazione pressoché “in diretta” di ciò che accade in alcune (si spera, non tutte) delle nostre case e nelle nostre famiglie, il film, che in alcuni passaggi dà l’impressione di essere fin troppo metaforico, è attraversato da una bella coerenza stilistica.
Massimo Rota su rollingstonemagazine.it

Un'analisi attenta che si nutre della sua stessa asettica freddezza e finisce per risultate fredda a sua volta. Ed è l'unico vero problema del film, che si osserva senza una vera partecipazione emotiva, come se quel vuoto impedisse allo spettatore di avvicinarsi e provare empatia per le storie a cui assiste.
Antonio Cuomo su movieplayer.it

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