Rassegna stampa "Noah", recensioni da stampa e web sul Noè di Darren Aronofsky, grande fotografia ed effetti speciali, con Russel Crowe...
Drammatico, Biblico - Usa 2014 - Di Darren Aronofsky con Russel Crowe
Il regista de "Il cigno nero" riadatta il racconto biblico contenuto
nel libro della Genesi che narra di Noè e della costruzione della sua
Arca nell'intento di salvare ogni specie vivente dal diluvio univesale.
Naturalmente Aronofsky mette molto del suo a questo progetto che aveva
in mente di realizzare già da adolescente. Un film che sarà visionario e
quasi fantascientifico (effetti speciali curati da Industrial Light e
Magic) e il personaggio di Noè visto, come dichiarato dallo stesso
regista al The Guardian, un complicato personaggio dark.
Chi era rimasto perplesso alla notizia che Darren Aronofsky avrebbe diretto una versione della storia di Noé e della sua Arca non aveva, in definitiva, tutti itorti. Il regista di The Wrestlere Il cigno nero ha realizzato un film ibrido, un ircocervo che comincia come uno spin-off del Signore degli anelli poi, verso i due terzi,diventa un melodramma familiare basato su un dilemma morale. L'unica cosa che tiene insieme i due pezzi è la caratterizzazione del patriarca (Russell Crowe), che nella sceneggiatura di Ari Handel e dello stesso Aronofsky è un uomo tutto d'un pezzo, mosso dalla convinzione che l'umanità abbia perduto il diritto di esistere (vuole salvare solo gli animali) e debba finire con lui e la sua famiglia.
Roberto Nepoti su La Repubblica
Un po’ schizofrenicamente, il nucleo di questo fantasy biblico a sfondo
ambientalista è materia da teatro da camera, e attiene a laceranti
problemi di coscienza (…) film disuguale e affascinante scaturisce dai
visionari scenari del diluvio, così come dalle suggestioni di arcaici,
incontaminati paesaggi prima e dopo la tempesta. Al centro dell’affresco
un potente Russell Crowe, Noè carismatico, credibile e umano in coppia
perfetta con la sensibile Jennifer Connelly, per la seconda volta (dopo A
Beautiful Mind) sua sposa; mentre gli ottimi Ray Winstone e Anthony
Hopkins arpeggiano in chiave shakespeariana Tabul-Cain e Matusalemme..
Alessandra Levantesi su La Stampa
Molto affascinante nelle sequenze visive (…) il film si indebolisce
nella necessità di avere un trama...Noah è curioso come riflessione
d’autore e banalotto come kolossal in 3D. Non di meno, merita un’occhiata.
Alberto Crespi su L'Unità
La storia di Noè è raccontata nella genesi. Poche pagine che sono
bastate a Aronofsky per tirare fuori un film, di oltre due ore, che a
tratti deborda per la troppa voglia di stupire.
Melodrammatico, a tratti dozzinale nell'esporre sentimenti basilari e dinamiche elementari ma anche energico nella sua rappresentazione di un mondo antidiluviano e della maniera in cui la volontà di un Dio possa piegare gli elementi, Noah è duro da ricevere se non si considera la cultura in cui è prodotto ma anche portatore di una fusione tra tradizionale e contemporaneo (mantenere in vita le storie che fondano la società occidentale) che non è banale.
Gabriele Niola su mymovies.it
Il film dimostra qualche imbarazzo scegliendo soluzioni di montaggio
rapide e stilizzate nei disegni generati al computer. Gli Angeli Caduti
diventano mostri di roccia con voci cavernose che si rifanno ad una
moderna ispirazione fantasy. Ciononostante Noah
conserva un’autorialità di fondo che lo rende un’apprezzabile
rivisitazione di una storia classica, con qualche compromesso obbligato
con l’approccio hollywoodiano al genere biblico, ma più personale di
tanti altri kolossal ad alto budget.
Antonio Bracco su comingsoon.it
Banale e privo di grossi acuti sotto il profilo dell’intrattenimento che risente dell’inesperienza di Aronofsky nei film di genere, l’opera presenta gli spunti più interessanti nel rivestire di tematiche più riconducibili all’attualità un’antica parabola biblica. Noah è un protagonista col quale è difficile, quasi impossibile, empatizzare, ma la sua salvezza e quella dell’umanità si rivela nell’accettare la propria natura anziché rinnegarla o distruggerla cercando così di mediare e conciliare quegli estremismi che da sempre sono fonte di discordia.
Stefano Dell'Unto su mangaforever.net
Aronofsky in definitiva ci regala un kolossal d’autore che balla come l’Arca sulla terrificante maestosità delle acque. Momenti autentici e ruzzoloni new age si sfiorano, s’intrecciano, si confondono, evocando il kitsch senza mai veramente abbracciarlo. In questo, la fisicità sinistra e legnosa di Russell Crowe sembra incarnare perfettamente la natura ambivalente del film. Assai suggestiva la colonna sonora di Clint Mansell e la fotografia di Libatique, che ricrea in Islanda un’ostile e credibile terra antidiluviana. La carne al fuoco è tanta, ma la sapienza visiva di Aronofsky e il suo sfacciato ecumenismo scongiurano la frittata. Il rischio semmai è che questo esercizio di pirotecnico equilibrio finisca per soddisfare tutti senza piacere veramente a nessuno.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
Antonio Bracco su comingsoon.it
Banale e privo di grossi acuti sotto il profilo dell’intrattenimento che risente dell’inesperienza di Aronofsky nei film di genere, l’opera presenta gli spunti più interessanti nel rivestire di tematiche più riconducibili all’attualità un’antica parabola biblica. Noah è un protagonista col quale è difficile, quasi impossibile, empatizzare, ma la sua salvezza e quella dell’umanità si rivela nell’accettare la propria natura anziché rinnegarla o distruggerla cercando così di mediare e conciliare quegli estremismi che da sempre sono fonte di discordia.
Stefano Dell'Unto su mangaforever.net
Aronofsky in definitiva ci regala un kolossal d’autore che balla come l’Arca sulla terrificante maestosità delle acque. Momenti autentici e ruzzoloni new age si sfiorano, s’intrecciano, si confondono, evocando il kitsch senza mai veramente abbracciarlo. In questo, la fisicità sinistra e legnosa di Russell Crowe sembra incarnare perfettamente la natura ambivalente del film. Assai suggestiva la colonna sonora di Clint Mansell e la fotografia di Libatique, che ricrea in Islanda un’ostile e credibile terra antidiluviana. La carne al fuoco è tanta, ma la sapienza visiva di Aronofsky e il suo sfacciato ecumenismo scongiurano la frittata. Il rischio semmai è che questo esercizio di pirotecnico equilibrio finisca per soddisfare tutti senza piacere veramente a nessuno.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
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