Alabama Monroe / Le recensioni e il trailer


Recensioni e trailer di "Alabama Monroe", una storia d'amore e uno dei film concorrenti de La Grande Bellezza agli Oscar 2014 come miglior film straniero....


ALABAMA MONROE
Drammatico - Belgio 2012 - Di Felix Van Groeningen con Veerle Baetens, Johan Heldenbergh
Elise e Didier si innamorano a prima vista, nonostante le loro differenze. Lui parla, lei ascolta. Lui è un ateo romantico, lei una credente realistica. Quando, avuta una figlia, questa si ammala gravemente, il loro amore viene messo alla prova.


Adattamento di un testo teatrale (firmato da Heldenbergh con Mieke Dobbels), Alabama Monroecomincia nell’ospedale dov’è ricoverata per cancro la figlioletta dei due, quindi passa a ricostruire avanti e indietro nel tempo le fasi salienti di un’appassionata storia d’amore gravata dalla tragedia. Finché a un certo punto l’equilibrio di questa curiosa opera belga, ritagliata sul modello del cinema indipendente americano, non si spezza: vuoi per l’affollarsi di temi (il progredire del male, la crisi della coppia affranta, il discorso sulle staminali); vuoi per un affondo nel melò che indebolisce il pathos invece di rafforzarlo. Ma del film - che è stato in lizza per l’Oscar straniero 2014 - restano validi i valori di interpretazione, fotografia, montaggio, nonché la suggestione della bella colonna sonora.
Alessandra Levantesi su La Stampa 

Di impianto europeo, con evidenti influssi americani, nella musica, così come nella moderna regia, il film convince appieno, per la particolare energia che sprigiona e soprattutto per la capacità di affrontare temi difficili, senza mai cadere nel ridicolo o tralasciandone l’importanza, dimostrando di saper emozionare appieno.
Alice Bianco su voto10.it 

L'anima politica di Alabama Monroe, che viene fuori nel momento in cui la religione diventa un rifugio, si fa vedere però solamente da chi la sa cogliere, intrecciata alla distruzione di una famiglia che di fronte a una morte priva di logica si interroga necessariamente sul senso della vita. Più in evidenza c'è la bellissima storia d'amore fra Elise e Didier, anticonformisti non per scelta o per la sgangherata esistenza bohemienne che conducono, ma per la purezza e l'intensità del sentimento che li lega. E' come se la loro libertà contagiasse lo stesso Van Groeninger, che non ha paura di affrontare le emozioni e che su di esse regola il fluire dei suggestivi brani musicali così come l'alternanza dei vari piani temporali. L'intreccio quasi casuale di presente e passato fa sì che nel film il tradizionale climax venga sostituito da una temperatura emotiva costante..
Carola Proto su comingsoon.it 


Al suo interno ci sono delle scene commoventi, ma niente roba da fazzoletto facile. C’è la vita di due persone e a ben vedere nel film ci sono solo loro due e poco altro. C’è un monologo contro Dio e la religione che sarebbe roba inimmaginabile nella bigotta America, figuriamoci nella più ancor bigotta Italia, persino nei tuoi film, Paolo. Sopratutto, dentro The Broken Circle Breakdown c'è un'altra cosa, che si trova soltanto in poche rare pellicole ed è una cosa a te tanto cara, caro Sorrentino: la grande bellezza.
Marco Goi su pensiericannibali

E' una storia normale, con i suoi momenti di straordinaria ed incontenibile felicità e quelli di profondo sconforto, con il sesso selvaggio e l'avventura di un amore appena sbocciato e la vita non più così immediata della coppia collaudata: ed è difficile scriverne - o anche solo dedicare al lavoro di Van Groeningen la visione - senza esserne profondamente toccati, e sentire il sorriso sbocciare o le lacrime pronte come bastarde traditrici in fondo agli occhi.
James Ford su whiterussian

Tutto è molto accostato, scritto, insopportabilmente plumbeo. Il Belgio non è solo Bruxelles, ma non si dimostra un posto migliore. Veerle Baetens e Johan Heldenbergh quest’ultimo anche autore del testo teatrale rimaneggiato per il grande schermo da Felix van Groeningen e Carl Joos – fanno scintille sulla scena e sul palco, la loro chimica non si discute. La musica allevia, il tempo saltella tra passato e presente, il montatore si diverte, la disperazione monta. Il cinema ospedaliero sta sempre lì, con le sue luci al neon, la morbosità malata, le lacrime a comando. Lei resta appesa a un crocifisso, lui invece ateo e intollerante, intransigente e nichilista. La sua invettiva contro la religione è francamente eccessiva. La polemica travolge gli ultimi autentici scampoli di commozione. E le perle, bellissime, sgusciano via, da quel cerchio spezzato.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

Andando avanti e indietro nel tempo di questa storia, grazie a un brillante uso del montaggio, il regista cerca tra le pieghe dell’amore dove vada a nascondersi il dolore. Un dolore, a tratti indagato in maniera ricattatoria, cui non si riesce a dare un senso. L’unico sollievo pare venire dalla musica, quel bluegrass forza trascinante del film e della vita di molti.
Rosario Sparti su cinemadelsilenzio.it



1 commento:

  1. grazie per avermi inserito!

    ford invece potevi anche tranquillamente non metterlo buahahah :D

    RispondiElimina