Rassegna stampa "Locke", recensioni da stampa e web del viaggio in auto che vale la vita di Tom Hardy ("RocknRolla", "Bronson", "Il cavaliero oscuro - Il ritorno") e la regia di Steven Knight (lo sceneggiatore storico di Cronenberg).
Thriller - Usa, Gb 2013 - Di Steven Knight con Tom Hardy
La vita di un uomo che si gioca tutto in una corsa contro il tempo di 90
minuti. Ivan Locke ha tutto: famiglia perfetta, manager affermato che
il lavoro che ha sempre voluto ed è in attesa del momento più importante
della sua carriera. Arriva una telefonata e tutto diventa appeso a un
filo...anzi a una corsa lungo l'autostrada. Il film è stato girato in
tempo reale per 90 minuti.
Le ragioni del successo (alla Mostra di Venezia record di plausi) s’intrecciano come le voci umane e disumane (ogni riferimento al monologo di Cocteau non è casuale) del telefonino, insieme all’ottima colonna sonora di Hinchliffe, nell’atmosfera di un viaggio al buio fisico e metafisico, la anticamera di una crisi rimandata fino al prossimo motel.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
La struttura è quella di un kammerspiel ambientato nel vano claustrofobico di un auto diretta da Birmingham a Londra: alla guida Ivan Locke che durante l’intero tragitto non fa che dialogare via telefono con invisibili interlocutori. La tesa drammaturgia del film è imbastita sull’intreccio di queste conversazioni, , ma non meno incisivo è il mobile gioco di angolature (tre camere digitali) sul viso di Locke che, pur sempre sotto controllo e senza alzare la voce, tradisce il profondo turbamento di un uomo sul crinale di una svolta esistenziale decisiva.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Locke è un film da mostrare nelle scuole di cinema e non: qualunque giovane cineasta che si lamenta della crisi e dei finanziamenti sempre più scarsi per il cinema dovrebbe farne tesoro. Queste sono idee che “spaccano” quando non si ha la fortuna (?) di lavorare a Hollywood. Inutile dire che servono fantasia e talento , e serve un attore enorme come Tom Hardy. Dicono che per un attore le scene al telefono sono le più difficili: se è così, Locke è il film attorialmente più difficile della storia, e guardate un po’ come è riuscito.
Alberto Crespi su L'Unità
Locke è un concentrato di suspense claustrofobica e feroce emozione,
soprattutto perché Tom Hardy, meglio conosciuto come Bane in The Dark
Knight Rises, è una meraviglia ardente come Locke.
Peter Travers su Rolling Stone
Peter Travers su Rolling Stone
Profondamente morale, ma mai moralista, etico eppure avvincente come un thriller, Locke non porta mai all’esasperazione la spinta calvinista che lo anima...
Federico Gironi su comingsoon.it
Il tempo s'incurva, l'azione è compressa, si sviluppa tra una telefonata e l'altra, senza mai lasciare lo spazio dell'abitacolo. Tom Hardy è impressionante: massima intensità con il minimo sforzo facciale.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
Il fascino e la potenza visiva e drammaturgica di un’opera d’arte contemporanea di alto livello, che pone al centro un uomo senza le viltà che spesso il cinema mostra come caratteristiche proprie del maschio contemporaneo, un eroe che non impugna armi ma che tiene stretto tra le mani solo un volante, un viaggiatore sull’autostrada della vita che, in modalità viva-voce, mostra coraggiosamente di essere capace di distruggere tutta la sua esistenza in nome di un principio etico.
Un principio ormai spesso fuori moda.
Elena Bartoni su voto10.it
Teso e coinvolgente, concitato pur concentrandosi unicamente nel primo piano di un uomo alla guida della sua auto mentre si destreggia tra una telefonata e l'altra, contattato dai personaggi che subicono impotenti le conseguenze di queste sue difficili decisioni e che pure noi de pubblico impariamo a conoscere molto bene pur non conoscendone i tratti somatici ma solo la voce - il film di Steven Knight è una bella sorpresa e un bel sollievo per noi spettatori, e la conferma della grandezza e potenza recitativa di un attore massiccio non solo fisicamente; quasi un nuovo Marlon Brando, se mi si concede un accostamento forse un po' azzardato...ma non troppo.
Alan Smithee su filmtv.it
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