Guida al cinema del week-end (dal 25 settembre) con la critica della stampa e i nostri consigli sulle nuove uscite: da Lucy, con Scarlett Johansson dal regista di Nikita, a Posh e gli acclamati collegiali di Oxford, da La Buca e il grottesco di Daniele Ciprì al Pasolini di Abel Ferrara..
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LUCY di Luc Besson
Luc Besson, le donne e le armi. Un po' Nikita, un pò Matrix con Morgan Freeman gran maestro. Per i feticisti che godono nel guardare Scarlett Johansson in catene, per le femministe che esultano per una nuova eroina, per tutti gli altri che comunque assistono a qualcosa di piacevolmente svagante con tanti effetti speciali.
Regredisce agli albori del mondo (Lucy è anche il nome dato dagli scienziati all’australopiteco antenato dell’homo sapiens) mostrandoti immagini dell’universo primordiale, con ominidi tipo 2-001: Odissea nello spazio, immensità galattiche e animali selvatici; un po’ come in The tree of life di Terrence Malick. Però poi, a un certo punto, mette da parte l’intero strumentario (para)scientifico e si lancia in un action- thriller nel suo stile solito, con tanti bangbang, un acrobatico inseguimento d’auto per rue de Rivoli e tutti gli altri ingredienti del repertorio. Che peraltro — perché negarlo? — sa usare a dovere.
Roberto Nepoti su La Repubblica
Regredisce agli albori del mondo (Lucy è anche il nome dato dagli scienziati all’australopiteco antenato dell’homo sapiens) mostrandoti immagini dell’universo primordiale, con ominidi tipo 2-001: Odissea nello spazio, immensità galattiche e animali selvatici; un po’ come in The tree of life di Terrence Malick. Però poi, a un certo punto, mette da parte l’intero strumentario (para)scientifico e si lancia in un action- thriller nel suo stile solito, con tanti bangbang, un acrobatico inseguimento d’auto per rue de Rivoli e tutti gli altri ingredienti del repertorio. Che peraltro — perché negarlo? — sa usare a dovere.
Roberto Nepoti su La Repubblica
LA BUCA di Daniele Ciprì
Daniele Ciprì, stavolta scoppiato da Maresco, dirige Sergio Castellitto e Rocco Papaleo. Il "surrale" che nel nostro Paese non manca mai con due buoni attori. Direi che per essere una commedia italiana, pur se nera e grottesca, è senz'altro da vedere.
Si avverte un’aria parigina in questo suo secondo film (...) la commedia è imbastita con finezza, ma come bloccata in un limbo di astratto manierismo.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Si avverte un’aria parigina in questo suo secondo film (...) la commedia è imbastita con finezza, ma come bloccata in un limbo di astratto manierismo.
Alessandra Levantesi su La Stampa
POSH di Lone Scherfig
Max Irons, Sam Claflin, Douglas Booth, acclamati per la presentazione a Roma del film da ragazzine in preda agli ormoni impazziti, sono i protagonisti di una storia tratta da uno spettacolo teatrale che prende di mira la borghesia oxfordiana come simbolo di un upper class cinica ed arrogante. Lo spettacolo teatrale, però, aveva un'unica fortunata ambientazione (una cena davvero distruttiva); nel film, invece, si vuole andare oltre e si finisce per sfumare la buona idea che c'era all'origine. Direi che un film che può far trovare in sala tante categorie diverse di persone. Ti troverai seduto tra adolescenti in preda all'eccitazione, nerd universitari, fighetti abituati ai percorsi facili e predestinati mentre tu sarai l'intruso a cui forse piacerà o forse no.
Grazie a un ottimo cast di giovanastri che si fanno prendere subito in seria antipatia, il film è un pugno sul tavolino da tè britannico, pur scontando un unhappy end assai previsto. Ma la sintonia della classe unta dal Signore è il collante di questo film di malsana atmosfera classista, un History boys senza il fascino poetico della letteratura e dei sentimenti.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
Grazie a un ottimo cast di giovanastri che si fanno prendere subito in seria antipatia, il film è un pugno sul tavolino da tè britannico, pur scontando un unhappy end assai previsto. Ma la sintonia della classe unta dal Signore è il collante di questo film di malsana atmosfera classista, un History boys senza il fascino poetico della letteratura e dei sentimenti.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
PASOLINI di Abel Ferrara
Abel Ferrara presenta la rivisitazione dell'ultimo giorno di vita di Pier Paolo Pasolini al Festival di Venezia e la platea rimane indifferente. Il film si fregia del volto eccezionale di Willem Dafoe per interpretare Pasolini ma non basta. Posso solo dirvi che i commenti vanno da: "boh", "che noia", "hanno ucciso di nuovo Pasolini"...insomma la materia Pasolini, a distanza di anni, è ancora poco gestibile. Sinceramente non ho visto un solo film decente sul poeta-regista e continua ad essere cosi'.
Per rendere la statura dello scrittore narrandone le ultime 48 ore ci voleva un’idea forte. Invece c’è una comparsa che parla di gay a metà anni ’70.
Maurizio Caverzan su Il Giornale
Per rendere la statura dello scrittore narrandone le ultime 48 ore ci voleva un’idea forte. Invece c’è una comparsa che parla di gay a metà anni ’70.
Maurizio Caverzan su Il Giornale
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