Paul Thomas Anderson, rane a colazione

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Paul Thomas Anderson: su questo blog ne avete letto spesso perchè è di sicuro uno dei migliori registi americani rimasto nella memoria e lanciato da una pioggia di rane divenuta mitica. Nella sua carriera in tanti anni (dal 1997 con Sidney) ha diretto solo sette film (compreso l'ultimo "Vizio di forma") e tutte grandi prove di regia tranne uno...forse...


Poco tempo fa abbiamo parlato di Altman (clicca qui), grande regista corale che ha messo la luce su vizi e ipocrisie d'America. Paul Thomas Anderson si può dire di essersi ispirato molto a Robert Altman per i suoi film e "Magnolia" (2000) è un vero proprio condensato di cinema altmaniano. Tanti personaggi, tante storie, surreale come pochi, simbolico, eppure tanto maledettamente dentro la pancia degli americani e sulle strade della vita. Ho conosciuto questo regista proprio con "Magnolia" e sono corso a recuperare quelli precedenti: "Sidney" (storia di un giocatore di poker tra noir e citazioni) con Samuel L.Jackson, Gwyneth Paltrow e Philip Seymour Hoffman (attore feticcio insieme a Joaquin Phoenix) e il successivo "Boogie Nights" sul fenomeno del cinema porno negli Usa degli anni '70.

"Ubriaco d'amore" (2002), altra surreale commedia condita appena da romanticismo e con atmosfere anni '40. Lo stile non manca ad Anderson e l'ho trasfonde tutto nelle sue pellicole anche attraverso le partiture musicali. Come in Magnolia il tema della solitudine, della dannata ansia di uomini e donne nella contemporanea società americana. Non mancano momenti di fine umorismo. Altra chicca del regista prima di arrivare a un capolavoro.

"Il Petroliere" (2007): torna dopo cinque anni dall'ultimo film regalandoci un capolavoro. Il mito della frontiera americana, la corsa all'oro di un uomo che sacrifica la famiglia ed i valori della  terra e delle persone. Il nuovo capitalismo basato sullo sfruttamento della terra del petroliere e lo sfruttamento dell'ignoranza delle persone da parte del finto predicatore, il fanatismo del denaro ed il fanatismo religioso. I primi venti minuti di film senza dialoghi danno il senso di tutta la bravura del regista e sono di una rara forza espressiva per raccontare il rapporto tra l'uomo e le viscere della terra. Daniel Day-Lewis (Oscar e Golden Globe come miglior attore protagonista) è bravissimo come lo è il finto predicatore Paul Dano, insieme in un finale che sa molto di resa dei conti e di condensato del  messaggio che la pellicola esprime. Musiche di Jonny Grrenwood dei Radiohead che vince il premio come miglior colonna sonora al Festival di Berlino. Ecco i film di Paul Thomas Anderson in un unico video di seguito:


Arriviamo al 2012 e a quello, che secondo noi, rappresenta una macchia nella sua carriera pur continuandone ad ammirare la bravura registica e pur con due attori in gran forma come Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix. Stiamo parlando di "The Master" (ne abbiamo parlato qui) che si è aggiudicato il master per la noia piu' assoluta. Guardando il film prima di dire: "basta, davvero non lo reggo più" gli dai tanto tempo e beneficio del dubbio. Alla fine come non detto. Niente da fare. La pellicola si ferma dove è partita. Certo Seymour è grandioso, Phoenix un pò meno, e la bravura del regista è fuori discussione ma questo film è troppo lezioso, forse arrogante, lento, macchinoso, sfoggio di mestiere. Non parte e siamo molto lontani da "Il Petroliere".

Nel 2015 settimo film per Anderson ma primo adattamento cinematografico di un'opera di Thomas Pynchon. La pellicola sarà quindi dalle atmosfere noir, tinta di giallo, ma con tanto umorismo e pieno di personaggi grotteschi. Parliamo di "Vizio di forma".



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