Lo sciacallo, tutto per lo share ma solo ottavo al box office. Le recensioni da stampa e web

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Lo scorso week-end al cinema ha visto l'uscita, molto interessante, de "Lo sciacallo": critica ai mass media e alla rincorsa frenata allo share, opera di esordio dello sceneggiatore Dan Gilroy. Lo sciacallo, pero', in Italia ha dovuto soccombere al box office (solo ottava posizione negli incassi del week-end) contro il faccione di Christian De Sica nella banalmente comica "La scuola piu' bella del mondo". Di seguito le recensioni stampa e web de "Lo sciacallo" con Jake Gyllenhaal.


LO SCIACALLO
Thriller - Usa 2014 - Di Dan Gilroy con Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton
A Los Angeles Lou assiste per caso a un incidente stradale, si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. Poi, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l'arresto di due assassini... 

Sono come zombie, vampiri dell’informazione drogata, che vuole scioccare. Predatori della notte, personaggi di infima morale che definire giornalisti sarebbe improprio (…) Non c’è pietà per nessuno, sono tutti vittime, dal complice aiutante alla producer tv (perfetta Rene Russo nel tocco di volgarità) accecati dal neon notturno di un horror in cui sono tutti Dracula (…) Il film comunica lo choc di una realtà non surreale e che riconosciamo nel nostro codice genetico anche se innocenti.
Maurizio Porro su Il corriere della sera

Nightcrawler è un lavoro esemplare che romanza uno spaccato sui media con un’amara metafora aleggiante sui nodi attuali della disoccupazione, e di quel succo malato a venirne fuori che è il mercenarismo. Non solo. Evidenzia l’obesità di certi media nel nutrirsi di cattive notizie tessendo bandiere di allarmismo da adagiare sul piatto del pubblico. Tutto al servizio di un thriller dai ricami polizieschi che fila nella sceneggiatura e non accarezza lo spettatore, raccapricciandolo invece in tanti modi che fuori dal cinema restano come spunti e interrogativi su ciò che guardiamo in tv.
Francesco Di Brigida su Il fatto quotidiano

Enigmatico, sinistro, emblematico: è Nightcrawler, lo Sciacallo dell’intrigante opera d’esordio dello sceneggiatore (The Bourne Legacy) Dan Gilroy, che ne firma anche il copione. Enigmatico perché sino alla fine Lou Bloom resta chiuso nel suo mistero, sinistro per la maniacale determinazione al successo e la totale assenza di cuore sotto una facciata di innocenza (…) Lo sciacallo potrebbe essere considerato un’ennesima satira del mondo dei mass media, ma Gilroy dimostra indubbia originalità, accentuando i toni plumbei e giocando il protagonista su un ambiguo registro psicotico che ne fa l’evidente frutto di una cultura malsana.
Alessandra Levantesi su La Stampa

Lou Bloom vuole dare una svolta alla propria vita di ladruncolo senza lavoro. Una sera, assiste a un incidente stradale dove vede un camerarnan fare un video dell' accaduto. Folgorato sulla via di Los Angeles, ritratta con atmosfere alla Cronenberg, intuisce che proprio questa potrebbe essere la soluzione per fare soldi: filmare fatti di cronaca nera e rivenderli ai network televisivi. Il film è (…) specchio riflesso di una parte della società (e non solo dell’informazione) che ha perso ogni senso della misura, ogni etica, e che qui viene ritratta attraverso il cinismo di un certo modo (per fortuna, limitato) di fare giornalismo.
Maurizio Acerbi su Il Giornale


Più che un semplice film, un "nightshot" agghiacciante e illuminante, che in maniera franca e senza troppi giri di parole (proprio come le stesse immagini inseguite e catturate dagli "sciacalli"...) ci mette di fronte alla più cruda delle equazioni, che converte crimini e vittime in dollari e centesimi.
Valerio Sammarco su cinematografo.it

La regia di Gilroy è fremente, il montaggio rabbioso. Ne viene fuori un ritmo forsennato nonostante non si tratti di un film d’azione e nonostante per tutto il tempo ci vengano presentati una manciata di personaggi. Quando Lou comincia a commettere i suoi primi crimini la tensione comincia a crescere, lo spettatore si domanda fin dove arriverà, fin dove potrà spingersi per la fama
Simone Bravi su 35mm.it

Il film scorre rapido, costruito su una sceneggiatura solida e ben strutturata su un climax finale che sorprende e sconvolge. Il film lo regge tutto Jake Gyllenhaal, in una delle sue migliori performance (oltre a quelle di "Enemy" e "Prisoners" di Dennis Villeneuve).
D.Di Benedetti su cinema4stelle.it

Tra gli elementi che rendono Lo sciacallo qualcosa di più di un buon thriller c’è senz’altro da annoverare l’interpretazione di un Jake Gyllenhaal mai così in parte. Nell’inquietante fissità di sguardo che l’attore impone al suo Lou c’è tutta la cieca determinazione del self-made man che il Sogno Americano propina più o meno da sempre e, nello stesso sguardo, di quel sogno si riesce a intravedere anche l’epitaffio.
Fabio Giusti su binarioloco.it



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