Lo scorso week-end al cinema ha visto l'uscita, molto interessante, de "Lo sciacallo": critica ai mass media e alla rincorsa frenata allo share, opera di esordio dello sceneggiatore Dan Gilroy. Lo sciacallo, pero', in Italia ha dovuto soccombere al box office (solo ottava posizione negli incassi del week-end) contro il faccione di Christian De Sica nella banalmente comica "La scuola piu' bella del mondo". Di seguito le recensioni stampa e web de "Lo sciacallo" con Jake Gyllenhaal.
LO SCIACALLO
A Los Angeles Lou assiste per caso a un incidente stradale, si procura
una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi
delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il
materiale ai network televisivi. Poi, pur di mettere a segno uno scoop
sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l'arresto di due
assassini...
Sono come zombie, vampiri dell’informazione drogata, che vuole
scioccare. Predatori della notte, personaggi di infima morale che
definire giornalisti sarebbe improprio (…) Non c’è pietà per nessuno,
sono tutti vittime, dal complice aiutante alla producer tv (perfetta
Rene Russo nel tocco di volgarità) accecati dal neon notturno di un
horror in cui sono tutti Dracula (…) Il film comunica lo choc di una
realtà non surreale e che riconosciamo nel nostro codice genetico anche
se innocenti.
Maurizio Porro su Il corriere della sera
Nightcrawler è un lavoro esemplare che romanza
uno spaccato sui media con un’amara metafora aleggiante sui nodi
attuali della disoccupazione, e di quel succo malato a venirne fuori che
è il mercenarismo. Non solo. Evidenzia l’obesità di certi media nel nutrirsi di cattive notizie tessendo bandiere di allarmismo da adagiare sul piatto del pubblico. Tutto al servizio di un thriller
dai ricami polizieschi che fila nella sceneggiatura e non accarezza lo
spettatore, raccapricciandolo invece in tanti modi che fuori dal cinema
restano come spunti e interrogativi su ciò che guardiamo in tv.
Francesco Di Brigida su Il fatto quotidiano
Enigmatico, sinistro, emblematico: è Nightcrawler, lo Sciacallo
dell’intrigante opera d’esordio dello sceneggiatore (The Bourne Legacy)
Dan Gilroy, che ne firma anche il copione. Enigmatico perché sino alla
fine Lou Bloom resta chiuso nel suo mistero, sinistro per la maniacale
determinazione al successo e la totale assenza di cuore sotto una
facciata di innocenza (…) Lo sciacallo potrebbe essere considerato
un’ennesima satira del mondo dei mass media, ma Gilroy dimostra indubbia
originalità, accentuando i toni plumbei e giocando il protagonista su
un ambiguo registro psicotico che ne fa l’evidente frutto di una cultura
malsana.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Lou Bloom vuole dare una svolta alla propria vita di ladruncolo senza
lavoro. Una sera, assiste a un incidente stradale dove vede un
camerarnan fare un video dell' accaduto. Folgorato sulla via di Los
Angeles, ritratta con atmosfere alla Cronenberg, intuisce che proprio
questa potrebbe essere la soluzione per fare soldi: filmare fatti di
cronaca nera e rivenderli ai network televisivi. Il film è (…) specchio riflesso di una parte della società (e non solo
dell’informazione) che ha perso ogni senso della misura, ogni etica, e
che qui viene ritratta attraverso il cinismo di un certo modo (per
fortuna, limitato) di fare giornalismo.
Maurizio Acerbi su Il Giornale
Più che un semplice film, un "nightshot" agghiacciante e illuminante,
che in maniera franca e senza troppi giri di parole (proprio come le
stesse immagini inseguite e catturate dagli "sciacalli"...) ci mette di
fronte alla più cruda delle equazioni, che converte crimini e vittime in
dollari e centesimi.
Valerio Sammarco su cinematografo.it
La regia di Gilroy è fremente, il montaggio rabbioso. Ne viene fuori un
ritmo forsennato nonostante non si tratti di un film d’azione e
nonostante per tutto il tempo ci vengano presentati una manciata di
personaggi. Quando Lou comincia a commettere i suoi primi crimini la
tensione comincia a crescere, lo spettatore si domanda fin dove
arriverà, fin dove potrà spingersi per la fama
Simone Bravi su 35mm.it
Il film scorre rapido, costruito su una sceneggiatura solida e ben
strutturata su un climax finale che sorprende e sconvolge. Il film lo
regge tutto Jake Gyllenhaal, in una delle sue migliori performance
(oltre a quelle di "Enemy" e "Prisoners" di Dennis Villeneuve).
D.Di Benedetti su cinema4stelle.it
Tra gli elementi che rendono Lo sciacallo qualcosa di più di un buon thriller c’è senz’altro da annoverare l’interpretazione di un Jake Gyllenhaal mai così in parte. Nell’inquietante fissità di sguardo che l’attore impone al suo Lou c’è
tutta la cieca determinazione del self-made man che il Sogno Americano
propina più o meno da sempre e, nello stesso sguardo, di quel sogno si
riesce a intravedere anche l’epitaffio.
Fabio Giusti su binarioloco.it
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