Perchè vedere una serie sugli hacker? State già storcendo il naso pensando: ecco l'ennesimo nerd stereotipato davanti alla tastiera che fa danni ai cattivi e da sfigato diventa l'eroe per la bella di turno? Beh, questa volta, vi sbagliate alla grande. Il pregio di questa serie è di essere, nella sua surrealità e tra le allucinazioni del protagonista, assolutamente spiazzante per il suo nero realismo. Proprio lo stato allucinato, disturbato, del suo protagonista rendono la serie ancora piu' autentica.
Ho iniziato a seguire questa serie una serie grazie a un giovane rasta, Giorgio, a cui spesso ho ripetuto che da adulto toglierà via quei capelli e diventerà un futuro Capezzone...o forse Mr Robot...non so quale dei due augurargli. Andiamo con ordine il protagonista, Robi Malek alias Elliot Anderson, di giorno lavoro in un'azienda di sicurezza informatica mentre, di notte, è un hacker micidiale che entra nella vita di chiunque cercando di risolvere i problemi delle persone (ad esempio smascherare il nuovo frequentatore della sua psicologa che la sta illudendo). Un giorno viene contattato da un gruppo di hacker guidato da Christian Slater (qui entra l'elemento Anonymous) che vuole smantellare le multinazionali colpevoli delle ingiustizie sociali......
Ma non si tratta solo di hacker o crimini informatici, in Mr Robot si parla dell'inquietudine del vivere, di relazioni (quelle che il protagonista non riesce ad avere e si riempie di psicofarmaci), di codici dell'anima oltre che di quelli informatici. Le chiavi per entrare nella vita delle persone hanno due possibili accessi: la password per entrare nei loro conti e la via per entrare nelle loro inquietudini esistenziali, nei loro piccoli e grandi drammi quotidiani. Avrete capito che consiglio altamente la serie tv pur, attenzione, se non di facile digeribilità nella sua cupa visione di ogni cosa.
Di seguito il bellissimo monologo sulla società di Elliot e la premiazione agli Emmy
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