E' voglia di cinema o....?


Non ci "vediamo" da un po' ormai ma, tranquilli, non si parla di voglie di altro tipo anche se il titolo di questo post può essere un po' ambiguo...Qui si parla ancora di cinema, si ritorna a parlare di cinema, ma le seguenti sono considerazioni sui motivi per cui molti vanno al cinema che, spesso, poco riguardano il cinema, il film che si va a vedere o il desiderio di entrare nello schermo per esserne magicamente risucchiati come accade (non sempre) al caso patologico che vi scrive.


 La riflessione da cui parte questo post mi è nata da una frase che mi è stata detta qualche tempo fa: "a te non piace il cinema"......la mia mente ha fatto dei passi giganti indietro alla mia preadolescenza e adolescenza, mi ha riportato ai vhs, ai prestiti alla cineteca, alla scoperta di Wim Wenders e al primo Bertolucci, al passaggio al dvd, allo spaccio/scambio con l'amico feticista dell'epoca, al cinema d'essai di fronte l'università che il lunedì proiettava i film più fighi ad un euro, a quando sono andato via di casa e allo splendido cinema con un'unica sala, incastonata da pietra di tufo, e pochissimi avventori con cui dopo facevi (considerato i film così poco conosciuti che vedevo) quasi per forza amicizia. Quelle sale che ti permettevano di andare al cinema da solo e non sentirti a disagio...e, in ogni caso, in cui godevi la forza del grande schermo senza alcun tipo di rompimento di coglioni (di cui parlerò a breve di seguito), sembrava che stessero proiettando il film per te, che il regista del film stesso ti stesse capendo e l'avesse diretto per farti entrare dentro allo schermo. Tornando a casa, dopo l'assalto dei ricordi di cui sopra, ho capito perchè quella frase: "a te non piace il cinema"....

Ma veniamo al titolo del post. La fruizione del cinema è cambiata da tanto tempo e non scrivo per stare a ridiscutere sulla questione se netflix possa mandare film in contemporanea con le sale...avanti ogni tipo di iniziativa nuova che dà respiro al cinema e permette nuove produzioni (si spera che siano anche nuove e sperimentali per farlo progredire il cinema attuale che è alquanto fermo tranne alcuni singoli, anche giovani, autori che continuano a distinguersi). Dicevamo che i modi per vedere i film sono tanti ma è cambiata anche la fruizione del cinema nelle stesse sale. L'abbandono delle piccole sale per gli splendidi e avveniristici multisala hanno fatto diventare il momento della proiezione un piccolo circo dove si ritrovano anche coloro che non sanno riempire le giornate della settimana in città e inseriscono il cinema come tappabuchi. Non importa se arrivi mezz'ora dopo l'inizio della proiezione (a parte il fatto che ormai ci sono 40 minuti di spottoni), l'importante è essere li' (magari annoiarti, mangiare, guardare continuamente il cellulare, parlare con i vicini) per poter dire poi che hai visto (un parolone) l'ultimo di Harry Potter o, per fare quello che ne sa, il Sacrificio del Cervo Sacro o la Forma dell'Acqua (ovviamente tra un sonnellino e l'altro) per poi, ovviamente, consigliarti di non andarlo a vedere. L'importante non è la visione ma il poter dire dopo...durante il film, all'uscita dalla sala, sui social. L'importante è non essere impreparati quando il lunedì seguente ti chiedono: hai visto l'ultimo con Leonardo Di Caprio?

Naturalmente capita anche a me di parlare, annoiarmi, sonnecchiare davanti a film, anche bellissimi, ma dalla masticazione davvero difficile (vedesi Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson che è un'autore che stimo tanto), ma per molti che vanno al cinema non è il film che hanno davanti che fa la differenza ma è una modalità automatica di visione che non è voglia di cinema....piuttosto desiderio di dire: io c'ero, io l'ho visto, io esisto. 


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